vinicio.
sì, è un'ossessione.
sto leggendo il libro di capossela.
ed è meraviglioso.
zeppo, denso, spesso.
lo leggo spesso, in effetti.
ma non sempre.
tutto di fila poi perde di piacere.
perché gli devi stare dietro, assaporare tutte le parole, le sillabe, i suoni.
perchè forse sono proprio i suoni, che contano.
come ha spiegato nell'intervista a radio fegiz, in cui ha accennato all'accento (allitterazione volutissima) delle sue origini, il calitrano.
ha inizio la caccia alla storia di vinicio.
"Fuori il sole l'aveva vinta sul fango e la pioggia. Mi guardai allo specchio e finalmente mi accorsi che la faccia che avevo non era più la mia. Il viaggio e l'insonnia l'avevano prosciugata, smerigliata, tirata come cartapesta, tesa di rughe come un soffietto a zampa di gallina. Soltanto gli occhi ancora di ostinavano a brillare."