a proposito di Expo.




in queste momento è iniziata a Parigi la cerimonia di Assegnazione della Città sede dell'Expo 2015.
Milano e Smirne avranno un'ultima mezz'ora a testa per convincere la commissione, che inizierà le votazioni alle 16.
girovagando sul sito della BIE (bureau international des expositions), ho trovato che quest'anno è la volta di Saragozza, e che in occasione dell'esposizione ci sarà anche la premiazione di una tesi che abbia per argomento il tema dell'esposizione di quest'anno: L'ACQUA.
Il modulo per la partecipazione.

Odette Toulemonde


Cariiiino.


Vicenda quotidiana, luci naturali un po' alla Lars Von Trier (Grande Capo e i vari Dogma), episodi di una tenerezza assolutamente ilare.Forse un po' meno Amélie di quanto noi tutti ci si aspettava. Ma insomma fosse stato proprio una ripetizione del grande successo francese, sarebbe stato deludente. e invece no. 




















Evidentemente sulla scia del bellissimo film di Jean Pierre Jeunet, questo "Lezioni di felicità" (ma perchè devono tradurre i titoli..?) rimane molto più concreto e sorprende davvero per il messaggio didattico del saper addolcire situazioni grevi e fastidiose. Decisamente consigliato. (occhio alle aspettative visive: non è post-prodotto, e l'occhio abituato al cinema americano accusa abbastanza) .

appuntamenti al cinema

mangio film in questo periodo.
un po' mi sento eccessivamente pantofolaia, ma trovo ci sia davvero di che imparare ed essere intrattenuti piacevolemente.
sarà che ho intrapreso una carriera salutista, e mi resta davvero ben poco di cui godere. sigh. ;)
lungi dal deprimere (amici sabato sono anche andata in piscina yeeeee) consiglio in questa sede una prossima uscita cinematografica che mi pare degna dei 5 euri di un mercoledì al cinema. Mastrandrea si lascia guardare, e il cinema italiano ha bisogno di tutto l'appoggio che ci sentiamo di dargli. non ho visto moretti né il documentario sulla spazzatura di napoli (nonostante il divertentissimo titolo) quindi questo quasi quasi me lo sparo.
(segue recensione di una che non ho capito dove l'ha visto...:o )

nei cinema da venerdì 4 aprile.





Non pensarci

Un film di Gianni Zanasi. Con Valerio Mastandrea, Anita Caprioli, Giuseppe Battiston, Caterina Murino, Paolo Briguglia, Dino Abbrescia, Teco Celio, Gisella Burinato, Paolo Sassanelli, Luciano Scarpa, Natalino Balasso. 
Genere Commedia, colore 109 minuti. 
Produzione Italia 2007.
Distribuzione 01 Distribution.







Recensione MYmovies - Paola De Rosa

Un chitarrista rock di 35 anni (Valerio Mastandrea), trasferitosi a Roma per sfondare, sbarca il lunario tra un concerto e l'altro sognando di incidere un disco. Ma i finanziamenti non arrivano e la crisi creativa incombe. La scoperta del tradimento della fidanzata è la goccia che fa traboccare il vaso e lo convince a prendersi una pausa di riflessione. Quale luogo migliore della natìa Rimini, da dove manca da quattro anni? Accolto a braccia aperte dagli apprensivi genitori, il nostro si imbatte però in un quadretto familiare tutt'altro che idilliaco: il padre, in pensione a forza per problemi di salute, non pensa ad altro che al golf lasciando all'esaurito primogenito (Giuseppe Battiston) la gestione dell'azienda di famiglia, che produce ciliegie sciroppate; la madre aggira la depressione frequentando discutibili corsi di autostima e fiducia nel prossimo; la sorella (Anita Caprioli) molla l'università per lavorare nel delfinario. Ma tra crisi di nervi, liti, frustrazioni e rivelazioni scottanti, la solidarietà familiare può ancora riservare qualche sorpresa.
Non pensarci di Gianni Zanasi fa l'effetto di un bicchiere d'acqua fresca in una giornata estiva. Ambientazione e trama non sono certo originali e rimandano a tanto cinema di insoddisfazioni e nevrosi familiari, per non parlare della crisi esistenziale del protagonista, già vista in mille declinazioni. Eppure due elementi riscattano il film dalla banalità e dalla "carineria" per farne un'opera a tratti ingenua ma sincera, divertente senza spocchiose ambizioni di spaccato sociale: il primo è la semplicità puntuale con cui è ritratta la vita di provincia, più vera ma perennemente in bilico sul baratro della noia e della disperazione; il secondo è l'ottima prova degli attori, dal tenero nevrotico Battiston allo scombinato Mastandrea, che non ha ancora perso il gusto di ribellarsi di
Tutti giù per terra.

semplicità disarmante.


Un telefono che fa il telefono.
incredibile eh?
ed è tutto MIO!

mi-usic

The DøOn My Shoulders

oddio. lamentosetti. ma mi sembrano una novità interessante.
check it out! (pigiare il bottoncino per sentire)

una volta figliolo..

...qui era tutta campagna elettorale!


allora, siccome il sito mi ha detto che questo è il partito che più si avvicina alle mie posizioni, superati i dubbi iniziali sulla sua reale esistenza, mi dò come è giusto alla propaganda.
che insomma essendo il mio partito, non ha mica i soldi per farsi pubblicità da solo. e mi pare giusto.
noi i soldi li usiamo per fare altro.














per ogni info sul programma, guardate il sito Per Il Bene Comune

with a little help from my friends


mah.
queste elezioni.
mah.
ha davvero senso?
dico, esprimere una preferenza, una direzione, un'idea?
ma c'è, poi, un'idea?
io credo proprio di no.
pare sia una gara di pubbliche relazioni, di marketing, di visibilità.
comunque, c'è un sito che ti spiega più o meno dove stai tu rispetto alle posizioni dei partiti.
ammesso che aiuti, ammesso che si voglia andare a votare.

I and all the others that will love you
if they love you
unless they love you.
(Cascando, Beckett)


Elezioni 2008. Io sono qui. E tu dove sei?

And they lived..

Happily NEVER after!


fotografatevi la pancia!

Per difendere ancora qualche diritto..


grazie a Gu per la notizia ;)

la giostra

Tu me fais tourner la tête
Mon manège à moi, c'est toi
Je suis toujours à la fête
Quand tu me tiens dans tes bras

Je ferais le tour du monde
Ça ne tournerait pas plus que ça
La terre n'est pas assez ronde
Pour m'étourdir autant que toi...



Ah! Ce qu'on est bien tous les deux
Quand on est ensemble nous deux
Quelle vie on a tous les deux
Quand on s'aime comme nous deux

On pourrait changer de planète
Tant que j'ai mon cœur près du tien
J'entends les flons-flons de la fête
Et la terre n'y est pour rien

Ah oui! Parlons-en de la terre
Pour qui elle se prend la terre?
Ma parole, y a qu'elle sur terre!!
Y a qu'elle pour faire tant de mystères!

Mais pour nous y a pas d'problèmes
Car c'est pour la vie qu'on s'aime
Et si y avait pas de vie, même,
Nous on s'aimerait quand même

Car...
Tu me fais tourner la tête
Mon manège à moi, c'est toi
Je suis toujours à la fête
Quand tu me tiens dans tes bras

Je ferais le tour du monde
Ça ne tournerait pas plus que ça
La terre n'est pas assez ronde...
Mon manège à moi, c'est toi!


jazz a milano

incontri con il Jazz organizzati dal comune di Milano fino a metà arile.
un'intera rassegna di serate gratis.
check it out!

sunday morning (with no call)


Eeny, meeny, miny, moe.
Catch a tiger by the toe
If he hollers let him go,
Eeny, meeny, miny, moe









Un dramma umano si può sempre esprimere con la metafora della pesantezza. Diciamo, ad esempio, che ci è caduto un fardello sulle spalle. Sopportiamo o non sopportiamo questo fardello, sprofondiamo sotto il suo peso, lottiamo con esso, perdiamo o vinciamo. Ma che cos'era successo in realtà a Sabina? Niente. Aveva lasciato un uomo perché voleva lasciarlo. Lui l'aveva forse perseguitata? Aveva cercato di vendicarsi? No. Il suo non era un dramma della pesantezza, ma della leggerezza. Sulle spalle di sabina non era caduto un fardello, ma l'insostenibile leggerezza dell'essere. "





Eeeh... sempre di domenica
adesso basta tu
sei un egoista tu
un maschilista tu
dei miei nemici tu sei il primo della lista, tu
sei un qualunquista tu
un casinista
di più... di più
sei pessimista e
menefreghista e..
..esibizionista te
se parli ancora giuro chiamo un esorcista che
mi suggerisca la
parola giusta
chissà se c'è
oppure battiti
prova a convincermi
e poi dimostrami
se veramente mi saprai portare
in estasi
allora resta, sì
resta... qui
mi sono accorto che sto bene
solo quando sto con te
ma so che questo non conviene
non conviene
mi sono accorto che sto bene
solo quando sto con te
ma so che questo non va bene
non va bene
...eeeh...
sempre di domenica
e quindi basta tu
non mi interessa più
non mi soddisfa più
che poi ho scoperto che sei pure di sinistra tu
sei comunista tu
stakanovista
di più... di più
e mo' basta
non è me che volevi
confessa
non è a me che pensavi
e non resta
che raccogliere i cocci
e cercarsi una vita più onesta
allora sparami
feriscimi
finiscimi
lasciami...
mi sono accorto che sto bene
solo quando sto con te
ma so che questo non conviene
non conviene
mi sono accorto che sto bene
solo quando sto con te
ma so che questo non va bene
non va bene
mi sono accorto che sto bene
solo quando sto con te
ma so che questo non va bene
non va bene
non va bene
non va bene
mò basta
non è me che volevi
confessa
non è a me che pensavi
e non resta
che raccogliere i cocci
e cercarsi una vita più onesta
mi sono accorto che sto bene
solo quando sto con te
mi domando come mai succede
sempre di domenica
soltanto di domenica
domenica
domenica
domenica
succede sempre solamente di
domenica


PERSEPOLIS (al cinema)


cartone. noir. impegnato.
(io mi sa che ci vado mercoledì)

Alessio Guzzano City
Stufa di sentirsi chiedere se suo padre, in Iran, girasse col cammello, Marjane Satrapi prese la matita (1999) e disegnò la propria vita in 4 albi: strepitosa graphic novel che, conquistata la Francia, sua terra d'adozione, approda al cinema: ficcante pellicola in bianco/nero – ironia e malinconia grigio/dolci con rari squarci di colore – a cui solo l'ammaliante "Ratatouille" poteva sottrarre l'Oscar come miglior film d'animazione (qui tutta tradizionale). Nobili origini, famiglia progressista, adolescenza scampata allo scià per cadere vittima di Khomeini, la Satrapi fu mandata 14enne a Vienna, dove incontrò il mondo, il proprio corpo, la nostalgia per una patria ritrovata e poi di nuovo abbandonata, oggetto di vano desiderio negli aeroporti. [+]
Stufa di sentirsi chiedere se suo padre, in Iran, girasse col cammello, Marjane Satrapi prese la matita (1999) e disegnò la propria vita in 4 albi: strepitosa graphic novel che, conquistata la Francia, sua terra d'adozione, approda al cinema: ficcante pellicola in bianco/nero – ironia e malinconia grigio/dolci con rari squarci di colore – a cui solo l'ammaliante "Ratatouille" poteva sottrarre l'Oscar come miglior film d'animazione (qui tutta tradizionale). Nobili origini, famiglia progressista, adolescenza scampata allo scià per cadere vittima di Khomeini, la Satrapi fu mandata 14enne a Vienna, dove incontrò il mondo, il proprio corpo, la nostalgia per una patria ritrovata e poi di nuovo abbandonata, oggetto di vano desiderio negli aeroporti. Doppiata da Paola Cortellesi, racconta di una commovente nonna al gelsomino, di Dio e Marx conflittuali quanto inutili, di persecuzioni, patiboli, velo. Di Abba e Pink Floyd proibiti a Teheran, punk austriaci, femminismo necessario, gay e intellettualoidi troppo convinti, razzismo strisciante stigmatizzato in strisce che non alzano mai il tono: basta lo stupore di occhioni e ideali sbarrati. Si sorride, ci si smarrisce, si impara. L'Iran ha preso male questa piccola/immensa storia universale.da City, 29 febbraio 2008 .

(io adooooooooro guzzano!)