da qualche parte bisogna cominciare.

allora, io quest'anno devo fare una tesi. che poi non porto alla laurea, no.
da noi non funziona così.
scrivo una tesi di trenta pagine per un esame da due crediti.
vabeh.
ma siccome io sono anche più scema di quelli che hanno deciso quest'equivalenza, ho deciso di fare una tesi su una cosa che mi interessa.
ecco.
la terra cruda.
però.
però. la terra cruda non è un buon argomento per il signor Daniele Vitale. così devo camuffare l'argomento, e alla fine di un lungo processo mentale l'argomento è diventato (attenzione ladies and gentlemen) "Rapporto tra archetipo e vernacolo nell'architettura mediterranea".
cheddite, fa abbastanza scena?
vabbeh, cmq. non sono proprio sicura che abbia senso.
l'idea è stata, la terra mi piace. ma perché mi piace? perché mi ricorda qualcosa di primordiale.
okay, ma succede solo a me?
forse no.
forse succede a molte persone.
forse rispetto a una fighissima e altrettanto fredda casa di vetro e acciaio, forse che questa terra ci dà una sensazione di calore, data dal colore, o dalla consistenza. dal fatto che puoi toccarla senza il rischio di entrare in contatto con qualcosa di cancerogeno, o semplicemente di freddo, spiacevole.
la terra è quasi sempre alla stessa temperatura, e se la quantità di argilla è sufficiente, è anche piacevolmente rossastra.




immagini comprensibili, le rimando alla prossima puntata. tutte le foto che avevo sembrano essersi smaterializzate.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Non per spaccare il capello in 4, ma...

la terra è quasi sempre alla stessa temperatura
In realta' la terra e' una cattiva conduttrice di calore, quindi la percezione al tatto e' quella di un elemento 'atermico'.

roi ha detto...

okay, l'ho sparata...sul blog tndo a scrivere senza filtro, mi spiace...ma accetto correzioni volentierissimo..si può anche aprire un dibattito, o un monologo..insomma, ti puoi indentificare?